DVR
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA SALUTE
E LA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Il ciclo di lavoro inizia con l’arrivo delle materie prime in bobine o colli, che vengono scaricati nell’apposita zona di deposito posta in prossimità del portone del “locale deposito” posto al numero civico 16 di Via Carlo Ferri. Il materiale arriva in azienda trasportato prevalentemente con mezzi del committente, e più raramente con il mezzo proprio dell’azienda. Il materiale viene prelevato con il carrello elevatore e posto nella zona deposito, e da qui il materiale viene caricato sui macchinari per avviare la fase di lavorazione detta “preparazione”. La prima fase di lavorazione, (da bobina o bumps a vaso), consiste nel “passaggio mescolatore” o “melangeus”, per mescolare i vari nastri in lavorazione. Successivamente è previsto il passaggio agli stiratoi, cioè quelli che nella planimetria allegata al presente documento sono individuati come primo passaggio, autoregolatore e terzo passaggio. A questo punto il materiale all’interno dei vasi, va ad alimentare i banchi a fusi, che è la macchina che trasforma il nastro o tops in stoppino. Il banco a fusi (finitore), attraverso processi di stiro e la formazione di false torsioni sugli stoppini uscenti, permette di trasformare il nastro in un prodotto con un titolo regolare ed una certa consistenza. A questo punto il filato trasformato in stoppino è pronto per le successive lavorazioni oppure il filato in vasi può essere lavorato ai filo-torcitoi per la produzione di filato fantasia.
Il lavoro viene svolto generalmente con tutte le macchine da ritorto in funzione (salvo scarsità di ordini) su tre turni lavorativi. Eventuali fermi dei macchinari, dunque, sono dovuti a cambi di lavoro (alimentazione delle macchine da ritorto od asportazione del filato lavorato) e regolazioni da effettuare sulla macchina stessa che variano a seconda, prevalentemente, del tipo di filato lavorato. L’azienda dispone di alcune macchine da ritorto classiche e di alcuni moderni ritorcitoi (“a fuso cavo”) che riuniscono in un unico ciclo di lavorazione la torcitura tradizionale ed il ripasso. I compiti principali degli addetti alla ritorcitura consistono nel caricare la cantra con le rocche (operazione che normalmente viene fatta prima di attivare la macchina), sostituire quelle finite, annodare il filo al fuso, riprendere eventuali fili rotti ed una volta raggiunta la giusta grandezza del fuso, toglierlo dalla macchina per depositarlo in apposite casse. La mansione viene espletata percorrendo le macchine da ritorto lungo tuta la loro lunghezza (longitudinalmente) provvedendo, appunto, a controllare ed intervenire, quando necessario, sul fronte di ciascuna macchina ed a movimentare il prodotto da lavorare e finito da e per la zona di deposito.
Salvo pochi casi, ciascun lavoratore può, a seconda di particolari esigenze lavorative, svolgere differenti mansioni che comportano la conduzione di vari ritorcitoi. Nella fase di ritorcitura è compresa anche la realizzazione dei rocchetti, ovverosia filato su rocche che viene utilizzato su ritorcitrici per legare assieme il nylon ed il filato proveniente da rocche. Anche in questo caso, il compito delle addette è posizionare le rocche o i fusi sul macchinario, passare il filo, controllare il macchinario ed infine scaricare i rocchetti. Il filato lavorato viene sistemato normalmente in scatole di cartone e casse di plastica e movimentato tramite carrello elevatore, che poi verranno depositate sempre nell’apposita zona di deposito del prodotto finito sopra menzionata, e da qui recapitate alle imprese esterne per le successive fasi di lavorazione.